© 1995
Giovanni De Caro

La mia battaglia



**Al toro




"Che ingrato, dopo tutte le volte che ti ho salvato la vita."
(Il "buono" ne "Il buono il brutto e il cattivo")

"Questa strada non finirà mai, probabilmente gira tutta-intorno-al mondo."
(River Phoenix in "Belli e dannati")


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Dieci

L'ultimo trip, ma non era necessario. (Ne approfitto finchè non mettono l'antidoping anche a noi artisti). Noi siamo quel che vediamo. Si, però inizia. OK.

Non è facile divertirsi. Il mio nome è Flint, Capitan Flint e sono un anarchico. E questo è l'inizio. Un inizio modesto bisogna dire. Umile. Datemi solo il tempo di riscaldare il motore e vedrete il mio cervello sprizzare lampi di genialità ovunque, un fuoco d'artificio che si perde nell'universo. Visto? E poi in fondo cosa abbiamo di diverso? E' vero che Io sono uno scrittore geniale e voi siete dei miserrimi lettori, però che c'entra. Capite? Non siamo diversi. Un pochino. Flint non irritare il pubblico e scrivi qualcosa di anche minimamente interessante. Cioè. Ci siete ancora? Allora. Problema numero uno: ho visto troppi film. Numero due: sto a Tangeri. E cosa fa un ragazzo che ha visto tanti film a Tangeri? Era d'obbligo. Sto davvero a Tangeri. E anzi prima siamo andati addirittura all'albergo dove, si dice, era stato Lui, ma non c'erano camere e allora siamo in un albergo un po' più giù ma poco, meno di cento metri. E sto qui. E vi potrà sembrare una cazzata, la solita cazzata da artista, ma Io da quell'albergo sento come un vento, il vento dell'ispirazione che soffia sulla mia aurea (assolutamente no) penna e la spinge a scrivere e scrivere e scrivere. Bravo. Grazie. Allora. Sto a Tangeri. Sono un anarchico. Il vento dell'ispirazione. Può bastare. E' finito. Sono vecchio e stanco e ogni ulteriore sforzo è destinato irrimediabilmente alla sconfitta. Già? E che schifo però. Forza scrivi, scrivi, scrivi. Siamo già al bivio. Un piccolo sforzo. Però. Ecco. Adesso non vorrei fare il tipo piagnucolone maglia numero 10 però se c'erano degli accordi vanno rispettati. No? Intendo dire. E' vero che siamo a Tangeri, però che cosa manca? Non chiedo i millepiedi ma almeno qualche scarafaggio è d'obbligo. E che cazzo. Voi da lassù non provvedete a niente, state coi coglioni in mano e Io quaggiù a farmi il culo. Porca puttana! (sai il tipo che si incazza). E poi dico questi scarafaggi dopo anni e anni sempre fra i piedi appunto ora che servono e li voglio, niente. A Bologna. Sempre scarafaggi. O ragazze. O l'uno o l'altra. Ho cambiato non so quante case in due anni ed era così. O gli scarafaggi. O le ragazze. Oddio meglio gli scarafaggi. Che sono anche più discreti e appena accendevamo la luce, via e si nascondevano. Poi hanno capito che eravamo troppo stanchi per schiacciarli e se ne restavano lì. Tranquilli. Peccato che sono brutti. Nelle case con le ragazze invece niente, perché queste isteriche paranoiche sono fissate che la casa deve essere pulita e le sentivi che gridavano e strepitavano in piena mattina nel pieno del sonno e tu le mandavi a fare in culo e loro gridavano e tu ti schiacciavi il cuscino contro la faccia e pensavi perché perché perché. Finchè ogni tanto veniva qualche anima pia che se le scopava e così stavano calme per qualche giorno. Non sto scherzando era davvero così. Invece fra maschietti è tranquillo, niente paranoie, perché pulire? Un po' di immondizia, scarafaggi, ma si tanto e in una casa si otturò anche il cesso, era pieno di merda, uno schifo, non sapevamo cosa fare chi chiamare, Io gli feci anche alcune riprese con la videocamera. E allora c'era chi la faceva nel bidè, su dei fogli di carta e poi l'andava a buttare, chi al McDonald, Io in quel periodo non la facevo perché proprio in quei giorni avevo deciso di non mangiare più. Solo vitamine in pillole, avevo avuto come un'intuizione, il mio solito genio che mi suggeriva che è inutile mangiare, abbuffarsi e poi sentire tutto il cibo nel corpo, tutti quei miscugli, reazioni chimiche. E masticare, cagare. No. Per voi è normale, non siete sensibili a queste cose. Insomma comunque pensavo che è tutta una finta, la lobby internazionale del cibo, niente, bastano un po' di vitamine in pillole. Però, ammetto, no, non era proprio esatta la mia teoria e dopo una settimana (non soffro la fame) succede che la testa comincia a girare e girare, e anche la stanza, e stavo sempre rimbambito, dormivo una continuazione (vabbè quello sempre), accadevano strane cose e allora si, bandiera bianca. E ho ripreso a mangiare. E masticare, digerire, cagare. Sconfitto. Però le pillole per gli astronauti esistono. E allora? perché non sono in commercio? Ma poi fa niente fossero questi i problemi. Adda veni' Baffone. E la casa era sempre più un immondezzaio, ci fu una storica riunione e decidemmo che era giunto il momento di pulire. Eccoci allora armati di mazze, stracci, scarpe, videocamera per immortalare l'evento e la casa allagata, completamente allagata con un blob nero al centro. Il blob. Niente, non sapevamo cosa fare, come disfarcene, abbiamo aperto la porta e abbiamo riversato tutto sul pianerottolo e cosi fu.

Era solo un gioco. A dir la verità doveva essere solo un gioco. 16-17 anni, solita mezza bottiglia di tequila. Ad una festa. Forse era un ristorante. Un muro di bottiglie di vino. Una dopo l'altra si prende si esce e si rompe col "metodo pirata" cioè rompi il collo sullo spigolo di un muretto e poi bevi quel che resta. Dicevano di stare attento perché c'è il rischio di inghiottire pezzetti di vetro. Ma niente, una dopo l'altra, finchè il muro di bottiglie finisce e rimane solo il muro. E tu non ci capisci più niente e nessuno ci capisce più niente e storie così erano all'ordine del giorno. Almeno del sabato. Giorni strani. Non mi ricordo nemmeno tanto. Io bevevo e i miei amici fumavano. La canna non mi ha mai fatto effetto,non so perché, all'inizio sostenevo addirittura l'assurda tesi che è un bluff, un bluff mondiale, autosuggestione. Oggi penso che è più ragionevole sostenere che sono Io che non mi sconvolgo. E poi si andava a distruggere. Scuole soprattutto. Un po' qua, un po' là, incendiamo la città. Non so perché. Un bel modo per passare la notte. E cominciammo a lasciare anche la firma: "I soliti ignoti - Capitan Flint". Il nome ce l'avevano dato i giornali che commentavano le nostre devastazioni iniziando sempre con: "Nottetempo i soliti ignoti..." e così via (stile un po’arcaico bisogna dire). Allora ci chiamammo così. Ma non c'era nulla d'organizzato, ci sballavamo e via. Solo verso la fine quando eravamo già grandicelli 18-19 c'era un giornalista che ci definiva i "vandali della notte", Io ero affezionatissimo ormai al nostro nome, così telefonai in redazione me lo feci passare e dissi guarda noi siamo e saremo sempre i soliti ignoti non i vandali della notte vedi che devi fare, e lui capì. Che poi è una cosa che non sopporto minacciare, spaventare però che cavolo, il nome è importante, non si scherza su queste cose.

Vabè restiamo in argomento. Allora. C'è il " tour de bar". Anzi nell'ordine la "via crucis", il "tour de bar" e il "tour de motel". Sono la stessa cosa, cambiano le distanze. Consiste semplicemente nel fermarsi assolutamente ad ogni bar che si incontra, bere un superalcolico e andar via. E così, a volte ci si diverte, a volte no, dipende. L'itinerario deve naturalmente essere sconosciuto o quasi. La "via crucis" si fa a piedi, tipo quando scendi in una città che non conosci, si comincia col bar della stazione e poi via. Il "tour de bar" è con la macchina sai quando non hai niente da fare e giri per i paesi con gli amici. E si beve. E il "tour de motel" è per i viaggi in autostrada ma è difficile ubriacarsi col "tour de motel". Dov'era? Mi sembra ad Avellino, si infatti dovevamo andare a trovare un nostro amico che si era trasferito lì e insomma pochi bar, delusione generale quando poco prima di arrivare una via con una decina di bar uno dietro l'altro. Una via crucis. E pensate che quando arrivammo all'ultimo bar il barista diceva -ragazzi ma io sento puzza di bruciato e noi si,si, che può essere. Bò. E dopo un po' ancora il barista -ragazzi vedete che sta bruciando qualcosa. E noi si ma cosa. Finchè ci giriamo e vediamo tutto fumo che esce dalla tasca della giacca di uno di noi. Allora sai momenti di panico,spegniamo tutto e che era successo, praticamente questo nostro amico stava così fuori (più il fatto che è abbastanza fesso) che nel bar precedente si era messo la sigaretta in tasca, per conservarsela.

E' fesso davvero, poco dopo si mise con una ragazza in provincia di Caserta e ogni notte dopo esserla andata a trovare viene a piazza tutto esaltato ad annunciarci il nuovo record con la macchina. E noi gli dicevamo di non fare lo stronzo, ma davvero, perché quella è una via di merda, è incredibile quanto fa schifo, si allarga e restringe, piena di camion, entrate laterali, c'è di tutto, una delle vie più merdose d'Italia. Cioè dico anch'Io adesso che ho cambiato casa ed abito sperduto su una collina faccio i record quando mi ritiro però è diverso, c'è il pericolo di finire nei dirruponi ma dipende da te, se dietro la curva c'è una macchina si vedono i fari, insomma dipende da me, non c'è vero pericolo. Ed infatti quando sono finito nel dirrupone era una delle poche volte che non stavo tentando il record. Invece lui non capiva che in quella via può succedere di tutto e gli dicevo guarda che una notte di queste non vieni ad annunciarci il record, ma sinceramente, finchè una notte non appare ed aveva fatto un incidente allucinante, macchina disintegrata, lui non si è fatto niente, un miracolo. Anche se è difficile morire per davvero. Abbiamo tutti un bel po' di incidenti gravi all'attivo e non ci siamo fatti nulla. Altri amici invece sono stati meno fortunati. Fra il non farsi assolutamente nulla e morire sul colpo ci passa pochissimo, è così. Io invece no,sono stato sfortunato. Sempre. Perché poi come si spiega che c'è la curva a destra e la macchina va a sinistra? Roba da denunciare la Volkswagen (era una Audi80). E giù nel dirrupone. E l'avevo anche previsto. A volte ho flesh di veggenza. Quando ero piccolo non credevo a queste cose, poi sono cominciate ad accadere a me e quindi. Di solito prima di episodi fortemente violenti o emozionanti. E mi era apparso il ragazzo che lavora al noleggio di videocassette da cui venivo che dice -mi dispiace che è morto, riferendosi a un mio incidente. Poi mi sono visto nel dirrupone a testa in giù e mi sono tranquillizzato perché non mi ero fatto niente. E poi sono finito giù (per davvero). E dopo il primo istante, come sempre dopo ogni incidente, aspettavo la scritta --READY!-- e di ritrovarmi al centro della strada per ripartire. perché questo è il punto abbiamo fatto ore e ore di guida nei videogiochi, già molto prima di metterci al volante che inconsciamente per noi lo schiantarci con l'auto è solo un fastidio. Cioè mi immagino se andiamo in guerra, per terra in un mare di sangue a lamentarci "Ma io avevo tre vite!" Eh no, una sola. Ed una sola macchina, anzi no perché è di tuo padre. Lì perpendicolare al suolo. Accartocciata davanti. Milioni di danni. E tu non ti sei fatto niente, sanguini solo un po' dal naso. I cadaveri hanno fatto un buon lavoro (mi riferisco ai crush-test della Volkswagen in cui usavano i cadaveri. T'immagini che bello quando arrivavano i camion pieni, -ragazzi, scaricate). Bè comunque mi sono arrampicato e sono tornato sulla strada sperando passasse qualcuno. Era buio, pioveva, sanguinavo dal naso. E mi ricordai che anche in un altro incidente, quello dove morì la mitica 2cavalli mi era rimbalzato un po' di futuro in testa. Molto prima però, nel pomeriggio. Mi lamentavo con mia madre che si era strappato il jeans. Mia madre diceva no,quale? E abbiamo tirato fuori dal cassetto il jeans. Io non capivo l'avevo visto strappato. Non si era ancora strappato, doveva aspettare la sera (a parte che non ho ancora capito come cazzo si fece a strappare). E allora pensavo a questo, sotto la pioggia sanguinante ma non molto appena un po', perché non ricordiamo sempre il futuro? E poi i soliti paradossi. E perché non passa nessuno in questa merda di via? Poi passò addirittura un mio amico, non so come mai era finito per quella via e mi riportò a casa. Ma non fa niente, quella macchina non mi era mai piaciuta, poi fu riparata ma è lo stesso non è importante non è come quando morì la 2cavalli. La più bella. Non potete capire cosa ho provato quando mi hanno detto che non c'era più nulla da fare. perché era parte di me. Amputato della 2cavalli. Ormai ci sono abituato. Mai amare. Come quando mia madre si sveglia e butta via magliette con cui ho vissuto anni e anni. Così, prende e butta. E a me che protesto allibito dice che sono un feticista, dice così, accecata dal cinismo che ha preso voi tutti, incapaci d'amare. E fate bene. Magliette, scarpe, pezzi della mia immagine. Spariti. Nel nulla. Per sempre. Da un momento all'altro. La maglietta Durango, una vita assieme. Via. La 2cavalli. Che poi fu un'ingiustizia, un'ingiustizia di classe. Perché il mio amico ricco una settimana prima in quella stessa via, anche lui aveva preso un lampione però lui aveva il Patrol e l'ha abbattuto. Ha abbattuto il lampione ed è finito anche sul giornale. Invece a me niente, la povera 2cavalli si è accartocciata attorno al lampione ed è finita così. Io ormai mi ero convinto fosse immortale, non avete idea quanti incidenti ci avevo fatto, non esagero quando dico che certe notti folli mi divertivo a farla sbattere a destra e sinistra sulle macchine parcheggiate. Ma quella volta era diverso, si vedeva che si era accartocciata troppo. E il lampione non si è spostato di un millimetro. Ecco. perché lui è ricco ed io sono povero. E poi all'ospedale, non mi ero fatto niente, solo il solito sangue dal naso, ma c'era un mio amico che rompeva diceva che se non c'andavo avrebbe avvertito a casa sai il classico rompiscatole che appare in queste situazioni e Io figurati almeno quella notte volevo dormire tranquillo e sono andato davvero al pronto soccorso e mi fecero una siringa.
E cantavo "Carlo Martello" di Fabrizio De Andrè. Non so perché.


Continua...