Nove

Faccio anch'Io parte della razza dei grandi uomini. Come Leonardo, Beethoven, Hitler, Warhol. Nella spietata repressione del sesso e del privato per la costruzione della propria opera. Aspiro forse alla felicità? Io aspiro alla mia opera.

Non sto più a Tangeri, sono in una città che si chiama Asilah, mi sembra e sto su una terrazza di fronte al mare e c'è il sole che tramonta e una musica araba sullo sfondo. Si, è una scena kitsch e sdolcinata ma è così, che ci posso fare. E sono in una comitiva che fa una crescita esponenziale, sempre di più, Io di solito viaggio solo ma stavolta mi ero dato appuntamento a Siviglia con un ragazzo australiano che avevo conosciuto a Praga un mese fa e da Siviglia ce ne siamo scesi giù in Marocco e questo ragazzo australiano ha conosciuto due ragazzi americani i quali hanno conosciuto una ragazza canadese e questa canadese tutta una comitiva di australiani e canadesi e ora saremo una quindicina e abbiamo occupato tutta una casa di tre piani. E affianco a me ci sono altri tre "scrittori" ma non è una coincidenza ormai siamo tutti artisti o aspiranti tali, non ce ne tiene proprio di faticare. Un tempo quando ero piccolo piccolo pensavo che fare l'artista così come rubare o rapinare fosse qualcosa di speciale, di ribelle. Oggi penso il contrario, che cos'è se non l'essenza del capitalismo: lavorare poco - guadagnare molto? E' così, meglio ammetterlo. Artista. O forse è perché ancora un po' ed è l'unico lavoro che rimane. Robot, computer, schiavi del terzo mondo. Al resto penseranno loro. Un po' di lavoro intellettuale. Gli sbirri, che resteranno sempre e per sempre a farci compagnia. Per un caldo natale brucia uno sbirro (una scritta su un muro, non mi ricordo dove, una mezza stronzata comunque). E il fatto che le ideologie e le politiche di tutto il mondo, da destra a sinistra cercano o fingono di cercare di arginare la disoccupazione per dare lavoro a tutti, cosa che appare sempre più ridicola, e sognano un futuro in cui lavoreremo tutti assieme felici e contenti è un sintomo della perversità mentale della nostra specie. Perché il lavoro umilia l'uomo. Che è nato per giocare per viaggiare e per dormire. Si, rattusoni ma quello fa parte del giocare. O vi volete mettere davvero a procreare? A creare altro dolore. Quindi così è, rassegnamoci che bisogna dare denaro anche a chi non fa nulla e non in quanto disoccupato, invalido o altro ma solo perché cittadino di uno Stato. Si potrebbe iniziare con me, in via sperimentale. Penso sia una proposta intelligente. O si potrebbe cominciare con centinaia di migliaia di ragazzi, solo in Italia, che non hanno i genitori alle spalle come me. Non hanno nulla. E che devono fare? Lasciarsi morire di inedia? Sedersi come asceti ad attendere la morte? Puntarsi una pistola alla testa? O puntarla su quella di un altro e sparare, se necessario. Calciatori, attori, animatori nei villaggi turistici, animatori in rete, programmatori. Sarà uno show globale. Già lo è. E quei pochi e sempre piu pochi e sempre più folli che gestiranno l'intero traffico dei soldi-virtuali. E gli avvocati ma solo perché in futuro tutti vorranno permettersi il lusso di dire "Sentirà i miei legali domani". Anche a me piace come frase, lo ammetto. E quasi tutti i miei amici studiano legge. Farò un team. Bene, sentirà i miei legali domani. Ah,ah!. Eh, cose così. Si, adoro le frasi dei film ma quelle in ambito legale mi fanno letteralmente impazzire. Non so perché. Cose tipo -Mi dichiaro prigioniero politico. Frasi per cui vale la pena vivere. Sono ossessionato da questa frase, per un periodo volevo davvero farmi arrestare per poterla dire. E invece niente. Una volta forse avrei potuto dirla, forse però cioè no, non mi avevano arrestato. No. Non devo sprecarla per niente. (Le frasi mitiche, qualsiasi frase mitica, si pronuncia una sola volta nella vita, ricordatevelo). Fu quando finii in caserma perché avevo tirato un uovo sulla macchina dei carabinieri, anzi no, non fu quella volta, lì mi andò bene, gli episodi si accavallano, fu quando tirai delle mattonelle sulla macchina della pula. Era ad una festa. Questa mia amica ci disse però ragazzi state attenti alle mattonelle sul balcone perché sono rarissime antichissime costosissime, non so dove suo padre era andato a pescarle. E fortuna o sfortuna volle che questo balcone affacciava su una caserma di polizia. E laggiù, eccole, parcheggiate inermi le macchine della pula e il cellulare. E insomma capite. Cioè un cocktail esplosivo, il capitalismo che si va a sfrantumare e sfrantuma l'autorità. Impossibile resistere. E allora giù, via col lancio PAF PAF PAF PAF PAF AH AH! PAF, poi le mattonelle finiscono, la festa finisce e si torna a casa. Invece la pula comincia a fare le indagini e insomma al 3° giorno la polizia si incazzò davvero e sono arrivati fino a me. Con la solita promessa che se confessavo non mi avrebbero fatto niente. Io non ci volevo andare, mi hanno costretto, c'erano un sacco di miei amici ad assistere allo spettacolo, uno di questi mi faceva da "avvocato" e insomma faceva correggere il rapporto tipo Io dicevo che avevo lanciato e lui faceva scrivere che avevo lasciato cadere, cose così. Bè. Allora finisce il rapporto e lo sbirro fa -Qualcosa da dichiarare? Momento intenso. Incrocio lo sguardo del mio "avvocato" che si affretta a dire -no, no, nulla da dichiarare. Ed era vero, non era quello il momento giusto. Non mi avevano arrestato. E alla fine, morale della favola, i miei poveri genitori hanno dovuto sborsare 800.000 lire. E già si racconta che qualcuno ha tradito. E così. Ma non credete, non è facile mettere dentro la palla. Portiere a destra e pallone a sinistra, vicino l'incrocio. Sotto la curva, pubblico in delirio. Ogni sogno è difficile da realizzare e richiede attese che si prolungano fin oltre l'esistenza. Perché Io voglio sapere quando e quando si farà il processo in cui griderò -"Questo processo è una farsa!". Ho fatto una denuncia, per poterla gridare ma bò, niente è passato quasi un anno. Niente. Era l'inizio della scorsa estate (è facile scrivere un libro, una cosa tira l'altra), Io venivo da Bologna, dopo l'unico anno in cui avevo studiato all'università, era sabato, giorno caldo, e prima di uscire mia madre fece però adesso fai la persona seria e Io davvero non volevo combinare casini, niente, non volevo combinare assolutamente niente ed andai ad una festa con un mio amico (che poi è quello che poco fa mi faceva da avvocato). Non eravamo stati invitati, come sempre, scavalchiamo entriamo succede casino col festeggiato, ce ne stiamo per uscire quando il mio amico si picchia con un tipo squallidissimo tipo bulletto di provincia. Comunque niente finisce lì, usciamo e da fuori il mio amico non contento inizia a inveire a gridare vieni fuori se hai il coraggio, stronzate così. Finchè l'altro esce ma con un branco di suoi amici al seguito e lo uccidono di mazzate. Circa una quindicina contro uno, una cosa squallidissima. Poi prendo questo mio amico sanguinante lo metto nella mia macchina, stiamo per ripartire quando il branco non contento corre verso di noi e cerca di tirarlo fuori dalla macchina. Cose che succedono. Bestie impazzite (vigliacche) ma lo sportello è chiuso e allora calci e pugni contro la mia macchina, la macchina nuova che mia madre aveva comprato perché avevo distrutto quella precedente. Parto, cerco di metterne qualcuno sotto, invano, porto il mio amico all'ospedale, mi ritiro e vi lascio immaginare il giorno dopo cosa mi sono dovuto sentire a casa quando hanno trovato la macchina ammaccata. Vi lascio immaginare. E che cazzo di colpa ne avevo? Vallo a spiegare e comunque decidiamo di fare la denuncia. Un po' una novità agire per vie legali in queste situazioni, ma perché no? Altrimenti inizia la faida anzi no non inizia proprio niente perché la nostra comitiva non è come la loro, nessuno si picchia per il prossimo. Diverse culture, diversi modi di affrontare l'esistenza. Se fossimo sotto una anarchia pura (che Io auspico) avremmo preso le mazzate e zitti. Ma siccome siamo sotto uno Stato che offusca tutte le nostre libertà insomma vabè ma adesso che sto scrivendo allora facciamo questa denuncia solo che dei venti conosciamo i nomi di solo cinque, due dei quelli (fratelli) diventano anche abbastanza amici e poi come gran finale uno di questi due muore in un incidente stradale. Cioè non è più un gioco, e diventato tutto così "pesante". Comunque siamo andati avanti e adesso non so, fra l'altro il mio amico ha chiesto a suo padre che è avvocato il quale ha detto che non posso gridare "Questo processo è una farsa", non so perché. E allora a questo punto non è che me ne frega tanto, non lo so, va tutto a puttane. Bò. Questo processo è una farsa!! Mi dichiaro prigioniero politico. Fate quel che volete, la storia mi assolverà! OOOH!! [adesso che batto al computer hanno pagato, poco prima del processo si sono spaventati. Un milione a me e uno al mio amico. Me ne sono andato a Praga per un mese, una volta tanto non ho dovuto chiedere soldi a nessuno

A Bologna, il primo anno, il primo anno è sempre il più bello e ce ne giravamo in macchina e sentivamo "Psyco killer" dei Talking Heads, oltre al mitico "Andy Warhol" dei Velvet Underground (non ci sono parole al riguardo). E c'era il Kasalone. (Un centro sociale). E se non ti bastava ancora stai praticamente al centro del centro, infatti facevamo il gioco della bottiglia, cioè prendi un foglio, ci disegni un cerchio diviso per spicchi e poi in ogni spicchio ci metti una località, fai girare la bottiglia e dove si ferma si va a passare la notte. E c'era Firenze, Rimini, Venezia, sai tutte in zona, in più per la suspence si aggiunge un paesino sperduto che non c'entra niente e una città lontanissima. Nizza. E già la prima volta che lo facemmo, a me l'onore di far girare la bottiglia e gira e gira e vedi se non si va a fermare giusto su Nizza. Momenti di euforia generale, ed erano già le 11 di notte, arrivammo all'alba, passeggiata per la spiaggia, il classico caffè e il ritorno, tipica toccata e fuga insomma e poi al DAMS che andavi in aula e ti facevano vedere i film e Io pensavo era proprio l'università che faceva per me. Ma comunque mi sentivo già troppo vecchio, poi i professori hanno cominciato a fare gli stronzi e all' inizio ero partito bene, quattro esami nei primi tre mesi, il numero Uno come sempre, però subito ti accorgi che è troppo una umiliazione l'esame. Andar lì ed essere interrogato. E da uno infinitamente più piccolo di te. No, non si può. Ma poi, ripeto, ero già troppo vecchio, non ti passa più, iniziare una cosa che sai finirà dopo quattro anni e più. E vecchi sono anche i professori. Di due generazioni fa. Due generazioni, vi sembra poco? E si è vero che comunque la ragione principale è che non me ne tiene di studiare, non riesco proprio a leggere o vedere qualcosa non come fine ma come mezzo, ma c'è anche che indubbiamente sono troppo vecchi. L' iperbole della tecnologia porta all'iperbole degli abissi generazionali. Troppa differenza fra una generazione e un'altra e ce ne sarà sempre di più. Perché è così, i cartoni animati, i videogiochi, il telecomando, la diffusione della pornografia, i computer e altro e altro. Siamo cresciuti con loro, ci siamo formati con loro. E già Goldrake, ve lo ricordate? Che ancora oggi quando capita lo trasmettono in qualche rete privata lo rivedo ed è schizzatissimo, un montaggio schizzatissimo. E non solo il montaggio cioè quando schiaccia il pulsante magico lui diventa un intergalattico nello spazio brilla e va. Goldrake. Il prototipo cyberpunk. Il nostro papà. E i videogiochi, mi ricordo ancora, non so quanti anni avevo credo 6-7 e vidi Space Invaders in un bar di Benevento. E da allora una attrazione erotica per tutti i videogiochi. Io li amavo, li amo ancora. E tu stavi lì e muovevi l'alter-ego piccolo piccolo, laggiù, come non pensarti in terza persona? E' stata una lezione di vita da allora mi sono sempre visto in terza persona. Forse per questo non scopo, non riesco a "vedermi" mentre scopo. Ed eccoci qui. La prima generazione cyber. Nel pieno dello splendore. Gli artisti di due generazioni fa leggevano e facevano fumetti da piccoli. Noi giocavamo e facevamo videogames. Io poi ero un mago. Col Vic-20. 5Kbyte di memoria, è assurdo se ci penso. 5Kbyte ed ogni volta bisognava ingegnarsi per non far finire la memoria, l"Out of memory error". E poi, forse, questo è l'unico desiderio che ho represso. Perché non mi sono mai potuto comprare un computer decente, dopo il Vic-20 ho preso un Commo-dore128 e poi basta, qualche volta li ho rubati ma era troppo un problema portarli a casa e così nulla. Magari con un bel modem, cazzo se mi faccio i soldi voglio un computer portatile con un mega hard-disk e un modem cellulare, così ovunque ti sposti sei in contatto con tutto il mondo, con tutte le banche d'informazione e sei come un Dio, come un Dio. [sto ricopiando il manoscritto su uno splendidissimo Pentium100. Naturalmente non mi sono fatto i soldi, sono i soliti vecchi e cari sponsor- mecenate-genitori che l'hanno comprato. E' il paradiso. Comunque adesso è Ottobre 95. Il libro fu scritto fra giugno e settembre del 94 e fino ad ora ho ricopiato quasi fedelmente ma è chiaro che in seguito improvviserò, modificherò, aggiungerò e monterò altre cose scritte nel frattempo, così se ad esempio capita che vi racconto qualche episodio di New York e dopo un po' leggete che vorrei tanto andare a New York, evidentemente è avvenuta qualcosa del genere, vabè è chiaro forse non era davvero necessaria questa nota, pero così]. E qualche tempo fa ho giocato a un videogioco che si chiama, mi sembra, Civilization, e lì, solo per fare un esempio, capita che il tuo popolo si incazza e tu per farlo star buono puoi sceglere se mettere un circo o una chiesa, così, indifferentemente. E i bambini ci stanno giocando e capiscono in maniera semplicissima una cosa che molti laureati di oggi non arriveranno mai a capire, Io infatti giocavo e pensavo è meglio se mi sbrigo a sfruttare la mia intelligenza perché fra poco cioè ancora un poco e ci faranno la pelle. Altra cazzata. Ed invece c'è una pubblicità che dice che se guardiamo indietro di qualche anno sembra che tutto cambia velocissimamente e irreversibilmente. Ma se guardiamo attraverso i millenni vediamo che è lo stesso, è tutto uguale, non è cambiato nulla. E infatti guarda l'arte. E guarda tutto. E' stupido dare così grande importanza al progresso, piccola cosa rispetto ai milioni di anni che ha la mente umana. Fra l'altro basta vedere la generazione degli anni '80. Stando al discorso precedente sarebbe dovuta essere migliore di quelle precedenti. Merda nera. E tu ci sei cresciuto. Ed Io ci sono cresciuto. Siamo cresciuti in un incubo. C'è un mio disegno con un omino piccolo piccolo in un cubo. E forse quello sono io. Gli anni di merda. Per noi, s'intende. Io davvero non ho nulla contro chi ha abbracciato la cultura del corpo, yuppismo, reganismo, arrivismo, cazzi loro. La cosa atroce è che non c'è stata nessuna cultura alternativa. Niente. Il buio. Tutto bloccato. Musica,arte -stop. Niente. Solo penosi fantocci creati in laboratorio. Un trionfo per loro. E chi non vuole i soldi è solo perché non riesce a farseli, chi non vuole il successo è solo perché non riesce ad arrivarci e poi comunque tutti farebbero come noi, se potessero essere al nostro posto. Speriamo almeno è stata la vetta. Della mentalità mafiosa, puttana, ipocrita, leccacula. Solo chi lecca va in paradiso. Messaggio millenario impresso nelle menti occidentali. Comunque. Dal letame nascono i fiori. Eccoci qui. Per noi superstiti non c'e più nulla che ci possa spaventare. Ma chi l'avrebbe detto? Erano iniziati così bene con Pac-Man che mangiava palline e scappava dai fantasmini ed eccoci dieci anni dopo, in "Operazione Thunderbolt", armati di mitraglietta israeliana a sparare ai ragazzi con la kefiah. Vabè, non ci pensiamo più. E' passata. '90 subito aria nuova. Sono iniziati precisamente il 15 gennaio '90, nel Martin Luther King day. Collasso di una delle maggiori compagnie telefoniche statunitensi. Gli hackers. Cultura underground? Macchè, questa sta addirittura nell' etere. Nel ciberspazio, appunto. Veniteci a prendere se siete capaci!

Ma oltretutto si può capire la cultura e l'evoluzione di una società dalle droghe che usa. Negli anni '60 c'era l' LSD. Negli anni '70 l'eroina, che per carità porta dritti dritti all'abbruttimento e alla morte, però ha una sua filosofia, una sua profondità. Negli anni '80 qual è stata la droga-simbolo? La cocaina. La cocaina! Cioè ho detto tutto, non c'è null'altro da aggiungere.

Bentornato LSD. E benvenuto MDMA.

Bella storia l' Lsd. Dicono che esagero quando sostengo che fa bene, ma è così. Lubrifica il cervello, lo apre. E' l'unica, l'unica droga pesante, il resto è merda. Però bisogna arrivarci piano piano, gradualmente. Fare anni di rodaggio con l'alcool ad esempio (che comunque è una delle droghe più dannose). Perché bisogna tenere presente che mezzo trip equivale a più di mezza bottiglia di whisky come sconvolgimento e così se non sei abituato col whisky non ce la fai a bere ma il trip te lo butti in corpo e fa effetto e se non sei abituato sono cazzi. Ed oltretutto è la più potente fra le droghe psichedeliche, è un viaggio interno profondissimo, negli abissi del proprio Io, e non è tanto un gioco, laggiù, al buio, a vedersi. E infatti anche un mio amico si prese un trip e poi è diventato strano, è sparito e non l'ho più visto. E dicono che è cambiato. Bò. Vabbè se è per questo c'è anche un altro mio amico che sotto effetto si è cavato gli occhi ed ora è cieco. Ma non parliamo di questo.

E siamo i figli del caos, di tutte le teorie del caos, e tutte le teorie figlie del principio di indeterminazione e del "tutto scorre" e della farfalla che sbatte le ali e provoca un ciclone a migliaia di chilometri di distanza, che poi questo è un esempio che mi è sempre stato sulle palle, però come dire, bò, non so, l'abbiamo sentito che eravamo piccoli piccoli e niente può essere più lo stesso. La fisica che si adatta al villaggio globale. E viceversa. Ma adesso basta con queste genialate mi ricordo in Spagna andai alla corrida, ecco, si, meno male che mi sono ricordato, così lo scrivo ed anche se sento che il libro non verrà mai pubblicato è comunque mio dovere narrare questo infame episodio, un'ingiustizia, ennesima ingiustizia verso chi non ha voce. Cioè. Andammo a questa cazzo di corrida e c'era un torero incapace, un imbecille e il toro l'inseguiva e lui saltava oltre la staccionata. Una cosa comica. Io naturalmente tifavo per il toro, l'incitavo e l'incontro si metteva sempre meglio, se il torero non saltava fuori una continuazione (cosa che credo sia anche irregolare) il toro sicuro l'aveva già incornato. Ed ero finito giusto dietro ai parenti del torero che si incazzavano con me e dicevano vai tu, vai tu e Io rispondevo che non avevo intenzione di uccidere nessuno ma se proprio dovevo andare non mi comportavo in quel modo. Mentre il toro era sempre più padrone dell'incontro, il torero era in perenne fuga e alla fine sentite come finisce, praticamente fermano tutto e uccidono il toro. Lo giuro, è assurdo, andò così, entrarono non so quante persone, presero il toro e l'uccisero. Ed Io sono impazzito totalmente ho iniziato a gridare e tirare pietre sugli assassini e finalmente anche il pubblico mi ha seguito e nell'arena pioveva di tutto. Poi raggiunsi l'anello più basso, proprio sopra il toro e il toro non era ancora morto, è incredibile, coltellate e coltellate, niente, a terra, tutto sangue, Io sputavo sugli assassini, quelli da sotto mi minacciavano con la spada, poi me ne hanno mandato uno sopra un bestione alto non so quanto è venuto sulle gradinate da me e Io mi impostavo pure perché non ci capivo più niente, era troppo ingiusto, era il toro che doveva vincere, che senso ha che fermano tutto e l'ammazzano. Bastardi. E i miei amici non sapevano cosa fare perché (altra cosa assurda) mentre stavamo andando alla corrida avevamo trovato per terra un pezzo di fumo gigante, quanto un pugno, ancora impacchettato nella carta argentata, che si vede l'aveva lasciato cadere uno spacciatore e insomma erano preoccupati perché se ci arrestavano e trovavano il pezzettone di fumo finivamo dentro proprio per spaccio. E poi niente, il bestione non mi ha picchiato, il toro è morto e la corrida è finita, non so se perché era l'ultimo incontro in programma o perché l'arena era piena di lattine, pietre che continuavano a piovere ormai da parte di tutto il pubblico. Ecco. E anzi sai cosa faccio? Questo libro lo dedico a quel toro, eroe e martire senza voce, fino ad ora. Questo libro è dedicato a lui. Anzi, lo scrivo proprio in prima pagina: Al toro.


Continua...

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