Zero

Ho visto un film indipendente stanotte in un locale appena affianco al CBGB e c'era uno senza cazzo, solo le palle, diceva che si era stancato e se l'era staccato e ora aveva molti più orgasmi al giorno (non ho capito come) e la ripresa era sempre su questo non- cazzo, c'era come un buco, minuti e minuti mentre si sentiva la voce rauca di questo pazzo. Poi c'era una tipa che tagliava un tipo, poi un tipo totalmente tatuato, anche in faccia che mangiava vermi nel fango (vabè era la parte soft), poi oddio no c'era questo cazzo completamente pieno di anelli, le palle soprattutto ma anche sulla capocchia, faceva vedere i buchi che aveva sulla capocchia, gigantissimi, incredibile se non si vede, quindi si è infilato un anellone gigante di quelli doppissimi, in uno di questi buchi sulla capocchia e diceva che scopava pure con sua moglie così. Cose così insomma, si è anche infilato uno spillone nel buco centrale (quello naturale) giù, in profondità. Cose così, mentre noi continuiamo ad avanzare ed avanzare. Nevicava, nevicava, nevicava. E ancora. Condizioni di sopravvivenza inesistenti. E la logica con cui siamo cresciuti è solo un ricordo. Sopravvivere. Avanzare. Con un atomo di idrogeno al chilometro. Eppure. Si, mi lamento, ma a dire il vero riesco a respirare più qui che lì. Qui c'è spazio. Mentre laggiù non c'è nemmeno lo spazio vitale. Non un istante di silenzio. Entrano ed escono dalla mia stanza. In qualche camera c'è sempre accesa una televisione che vomita risate e grida eccitate di qualche puttana. Puttane d' immagine. Laggiù passo la giornata ad elaborare merda che mi invade uno o più sensi. E per fortuna che soffro d'insonnia. Cioè più che altro ho gli orari spostati. Ho abolito la mattina. La notte sto bene. Sia che sto a letto immobile sia che vago per la casa, è diverso insomma. C'è silenzio. C'è buio. Non c'è nessuno. Come qui. Nessuno. Io e la mia truppa. Non i nemici, non il plotone alleato che avremmo dovuto incontrare. Dov'è la nostra casa? E ora? C'è qualcuno nella nostra testa. L'unità centrale -Io- se ne va a farsi fottere, lampeggia. Intermittenza. Schizofrenia che avanza. E siamo appena appena all' entrata del tunnel. Con la forza di gravità che cerca di disintegrarti in miliardi di idee diverse. Ed è solo la forza più debole. Sprofondiamo. Giù nel tunnel. Mappa di simboli. Ultimi messaggi di incoraggiamento prima di perdere i contatti. Dicono. Ricordatevi chi siete mentre sprofondate, ne ho visti e rivisti di -Io- belli forti e sicuri sgretolarsi in mille pezzettini, così, puf! Rafforzate il vostro -Io- resistete all' impatto. Ricordate che siete il meglio del meglio del meglio. So già che uscirete da lì, ma c'era bisogno anche di questo discorso. E di cos'altro? Una bella barriera anti- follia per i più giovani. He! Ne abbiamo fatta di strada. Per arrivare in finale. Mille miliardi di spettatori. E che esagerazione! Non è buio come pensavo. Più che altro è su e giù su e giù. L' happy hour. Tanto c'è tempo. Bum Bum. Uovo sbattuto. Frittata. Ma non è proprio luce è come...ti ricordi quando...c'era una canzone, era qualcosa come. No. Balliamo. Rimbalziamo. Ma non stiamo rallentando. Acceleriamo ancora. Fusione. Tanti piccoli Flint. Grida, calci. No. No.No. No. No. No. Rimbalziamo. Trattenere il respiro. Urlare. Urlare, velocità. Velocità. Velocità. SCOPPIO. C'è chi passa, come me, chi non passa e si sgretola e svanisce anche dai nostri ricordi. Giù in frenata ora. Rallentiamo, rallentiamo, rallentiamo. Quasi fermi. Meno di un millimetro per essere fuori dal tunnel. Forse fermi. Meno di un miliardesimo di millimetro per uscire da qui. Meno di niente. Ora, o usciremo o saremo risucchiati all' interno, per rimbalzare fra l'entrata e l'uscita, perdendo sempre più forza, fino a fonderci nel centro. E restare lì, per sempre. Non male. C'è da attendere. Fa che non siamo fermi.

I primi che mi passano per la mente, chi prima arriva entra, Pulp fiction, Blade runner, The dark side of moon, Ghosts' n goblins, Duchamp, il mio quartiermastro Long John Silver, L'occhio nella piramide, Stirner, tutte le pubblicità della Levi's. Ed altro e altro. Fuori orario di Scorsese. E la My way di Sid Vicious. Tutto entra nel mio libro, basta volerlo. Solo la "frase mancante" proprio non è voluta entrare e a dir la verità non me ne frega proprio perché sto scazzatissimo e voglio solo finire e poi tutta questa stronzata dell' ispirazione, andate a farvi fottere. Non accetti la sconfitta, come sempre. Silenzio. La frase mancante è...eh, sentiamo, e un momento che cavolo, tu hai avuto tempo tutto il tuo sporco libro per pensarla, a cosa vuoi che ti serva un altro momento. Wendy. Aiuto. No, riprendiamo. Allora, hai scazzato, ammettilo, con questa stronzata della frase mancante ti sei messo in un vicolo cieco, ammettilo e ti perdoniamo. Sentite. Andate a fare in culo- tutti- quanti- mi avete rotto le palle- voi- e...vaffanculo insomma. Se proprio volete una frase mancante prendete questa e ficcatevela e non mi fate cadere anche a me nella volgarità. Anche tu. L'artista. L'artista, il cazzo. Sei sceso nella volgarità più subdola, tu non sei un essere umano, sei una belva. Una bestia, ecco cosa sei. Vi sta piacendo questo free- jazz- punk finale? E allora continuiamo. Un po' di veleno ogni tanto: procura sogni piacevoli. E molto veleno alla fine, per una morte piacevole. Le città. I giochi. Ogni città un gioco. Un gioco per passare la notte. A Los Angeles giocavamo ad una specie di dama cinese, difficile spiegare. A New York Uno, sempre Uno. A Bologna Risiko. Fui Io a proporlo all'inizio e fui accolto molto freddamente. Di lì a poco scoppiò una vera e propria mania, Risiko, Risiko, mi sognavo i carrarmatini, non ne potevo più, finchè si toccò il culmine quando un greco che stava sempre in casa nostra impazzì definitivamente e se nessun altro voleva giocare faceva da solo. Me lo ricordo così, perennemente davanti al mappamondo, solo, a tirare i dadi. E tutti a chiedergli chi vince? Vabè era d'obbligo. E dicci Flint, come hai festeggiato il tuo 18° compleanno? Niente di particolare, ho incendiato la mia scuola. Originale. Un bel falò per il mio compleanno. Per essere precisi non era proprio la mia scuola, era lì in sede provvisoria perché la nostra era in ricostruzione, forse proprio perché erano esasperati per le continue incursioni. Così ora i ragazzi stanno in una scuola nuova, quasi decente. Grazie a noi. E c'è una poesia su Spoon River che dice proprio questo. La scuola comunque fu ricostruita tipo bunker, fossato per coccodrilli, vetri anti-sfondamento, grate di ferro al piano terra e non so che altro. Fu inaugurata, e qualche notte dopo rieccoci dentro, tranquillamente. Ma era troppo, era davvero troppo, avevamo già raggiunto lo scopo e l'orgasmo, non distruggemmo molto, allagammo un po', lasciammo qualche scritta tipo per questa volta vi risparmiamo, firma, teschio pirata, e ce ne andammo a distruggere tutt'altro. Forse fu proprio quella notte l'ultima notte dei soliti ignoti, non ne sono sicurissimo ma mi sembra così, eravamo di nuovo al gran completo come ai primissimi tempi, tutti e cinque, anzi sei, c'era anche un acquisto dell' ultim' ora, a saltare sui materassoni di una palestra prima di incendiarla, l'ultimo falò e finì così, eravamo vecchi e stanchi ormai, ma restano i ricordi, splendidi, come quando durante la festa per la vittoria del Napoli in coppa Uefa entrammo con la piazza di fronte stracolma di gente, ma nel caos nessuno poteva accorgersi di niente, e tre di noi cinque siccome sono tifosi del Napoli erano completamente azzurri, i vestiti e la faccia pittata, tutti blu, me li ricordo così, tipo folletti che saltano e distruggono sistematicamente tutto. E quattro- cinque giorni di vacanza. Ah! Cos'è!? Che schifo, via via via via, andate a plagiare da qualche altra parte. Flint, scusa se t'interrompo, io ho capito, la frase mancante non doveva essere scoperta, magari non esiste nemmeno. Oddio il solito. No, via, sbagliato. Ma come? Fuori, fuori, eliminato. Ci sta. Anzi c'era perché ormai è davvero finita. Però c'era, lo so. C'era. Una frase che mi avrebbe dato tutto, gloria, soldi, informazioni, tutto. Tutto. E invece. Ho visto la mia morte tempo fa. Devo essere morto tanto tanto tempo fa. E se invece di attraversare il fiume. La corrente mi porta via. Precipitare nella cascata. Sarà un gran piacere per me. Tanto meglio. E forse è ciò che è avvenuto. Sto andando veloce, sempre più veloce. Ma è perché sto precipitando. Quando sentirete un botto. Saprete di che si tratta. Ma non è spiacevole come credete. Quando stavo spiaccicato al vetro dell'auto del mio amico che aveva ben pensato di mettere a folle per risparmiare benzina, in un giorno di pioggia su una via di merda, come la macchina fra l'altro. E alla prima curva giù, in un canalone, perpendicolare sul mio lato, stavo spiaccicato con la faccia contro il vetro e la macchina continuava ad andare, scivolava, non potevo staccarmi, c'era la forza cioè non solo, tutte le forze mi tenevano ben schiacciato contro il finestrino e vedevo il cemento che scorreva sotto e pensavo ecco ecco adesso esplode il finestrino e tutti i pezzetti mi entrano nel cervello e mi sembrava bellissimo, aspettavo solo quello, paf, e tutti i pezzi nel cervello, ma non era follia, è che in quei momenti sei come in un sogno, non ti rendi conto, coi motorini quando facevamo i record col Si di un mio amico, giù, in discesa, il Si era scassatissimo, senza freni, così inevitabilmente qualcosa avveniva quando ti butti giù in discesa in posizione aerodinamica senza freni, una macchina gira senza mettere la freccia e che vuoi evitare, silurata in pieno e quando sei in volo è lo stesso, non realizzi, è come un sogno. Piacevole. Forse è ciò che sta avvenendo adesso nella mia vita. E quando la macchina finalmente si fermò, in un primissimo istante pensai: peccato non è successo niente. Poi quello del carrattrezzi ci disse che in quella curva raccolgono in media un paio di morti a settimana, bene, non male, ma non lo diciamo troppo in giro però, non si sa mai. E' tutto un Blob. L'egocentrismo come suprema fase del monoteismo. Si potrebbe scrivere un saggio. "Tautologico", di quelli che si capisce già tutto dal titolo. Lavori in corso. Corda spezzata. Questa è la fine del viaggio Flint, la fine del viaggio. E dopo una faticosa nottata di devastazioni, qualche giretto rilassante sulla macchina rubata, una Renault 4 scassata che non gli funzionavano nemmeno i fari. E infatti quello alla guida voleva andarsi a schiantare contro la macchina della nostra professoressa d'italiano, Io dissi no no, cioè di solito ero Io l' "Alex" della situazione, quello per il crimine fine a se stesso, ma quella volta mi piaceva l'idea di avere una macchina tutta per noi, perché non l'avevo, ero ancora minorenne. Così la parcheggiammo vicino casa mia, ma qualche giorno dopo sparì. Aveva ragione il mio amico, era meglio andarsi a schiantare contro la macchina della nostra professoressa. Vabè che tanto vendetta ci fu comunque, la più classica, i manifesti da morte, col nostro stile però, alla grande, i manifesti erano già pronti li avevano preparati quelli delle classi precedenti, attendevano solo chi andava davvero ad attaccarli e come scrisse un giornale il giorno dopo: già molte volte si erano verificati simili tipi di scherzi ma mai da arrivare al punto di richiedere l'intervento delle forze dell' ordine per ripulire la città dai falsi manifesti. In effetti come sempre esagerammo un po', tanto uno di noi aveva la macchina fotocopiatrice, ed eccoci con secchi di colla, pennelloni, una vera e propria notte di lavoro, li mettemmo in tutti i posti dove ci sono i veri manifesti da morte, ben mimetizzati, così solo un osservatore attento focalizzava frasi tipo: si dispensa dalle felicitazioni quell' idropene del consorte. Eh. E' possibile raggiungere il castello di Praga sotto LSD? Non credo. Almeno per esperienza personale ho tentato più volte inutilmente. E' che l'LSD porta a una dimensione simbolica e il castello di Praga è simbolicamente irragiungibile. Così niente, un qualsiasi motivo vi svierà, e molto probabilmente finirete nel bosco lì affianco. Tentate comunque, non si può mai dire. Poi fatemi sapere. Pausa.

Quando uscimmo lo splendore della Supernova illuminò tutti i ricordi di quest' ultima vita e rincontrai gli amici dell' estate quando avevo 15 anni. Così giocammo a pallone fra le stelle. Poi la notte sulla spiaggia a fare il falò. E i ricordi di vite precedenti, future, alternative, parallele, di fantasia, a sguazzare fra vino pregiatissimo, rum, sangue, carne umana, nella calda notte dei Caraibi. Sul mercantile spagnolo. Ero giovane. Bevevamo, cantavamo, chi si tuffava in mare, cielo stellato, niente luna, cori e risate deliranti ci assordano. Penosi lamenti di prigionieri agonizzanti appesi, chi senza più lingua, chi senza più pelle. Suppliche imploranti dei prigionieri che si sono arresi subito e chiedono di diventare dei nostri. Decideremo domani. E spartiremo il bottino. E andremo nei bordelli giù al porto e in qualche taverna a mangiare salmagundi e bere rum. E continuare la festa. La truppa è di nuovo di buon umore ora, la Supernova brilla. E la truppa balla e canta. La truppa è di buon umore perché sa che stiamo quasi per andare a farci fare a pezzi. Questa l'avevo già scritta. E non è nemmeno mia. Niente è mio.

E' il 28 novembre 1995. Caponnetto aveva previsto tutto con largo anticipo. E così. Vi saluto. Che altro posso dirvi, un vaffanculo a tutti, a me, a voi, questo posto, questa era, cultura, popolo, razza, occidente, oriente, Terra, Via Lattea, Dio leccaculo di dei leccaculi in un ciclo senza fine perché solo a un leccaculo può piacere che gli si lecchi il culo e così sia, le solite vecchie paure, i soliti vecchi consigli, vivi nascosto, divertiti coi tuoi amici, trova un amore, non sconvolgerti troppo, viaggia più che puoi, non farti incastrare da lavori o situazioni o da vampiri sorridenti, non raggiungere il successo o il fallimento, la via di mezzo insomma, e quella è la tua vita. (E quello perciò è un sogno). Così. Vi metto anche il finale. Si, lo so, ma ormai sono in un processo di insquallidamento irreversibile. PWU' PWU' (bacetti).

Dall' ultima volta che ci siamo sentiti molte cose sono cambiate. Una improvvisa controffensiva nemica ci ha costretto in ritirata. Sono nascosto, barricato con pochi esseri della ciurma e senza possibilità di contattare il quartier generale. Mi sono anche tagliato i capelli. Credetemi se vi dico che sono stato assolutamente costretto a farlo. Così ora a stento capto M31, gli universi interni e qualche universo parallelo. E' stato un ordine quello di staccare tutti i contatti. Non so più nulla di nulla. La guerra. Gli altri, non ho la più pallida idea di dove sono gli altri. Chissà Bizzy. Chissà il surfista. E chissà Pollo, forse nascosto come me. O forse hanno svegliato il Dio che lo sognava. Chissà se li rivedremo ancora. Chissà quando e se potrò uscire da qui. Senza nemmeno notizie. Sono teso, snervato. E' una situazione insostenibile. E' avvenuto tutto così all' improvviso. Ed ora. Lettore. Ascolta. Ho bisogno del tuo aiuto. Non puoi tirarti indietro, sei dei nostri, ricordi? Ammetto che può essere pericoloso, ma comunque l'alternativa è solo una lenta agonia. Quindi fatti coraggio. E raggiungimi. Uno in più. E tutto può essere diverso. Come raggiungermi? Segui le istruzioni. Ora conterò fino a dieci. E al conto di dieci tu sarai qui da me. Sei pronto? Allora fai un bel respiro, abbandona il ritmo frenetico e leggi lentamente. Lentamente. Uno. Stai leggendo il libro, manca poco alla fine, vuoi continuare. Ma i tuoi occhi sono stanchi. Ed anche tu sei stanco. E il tuo respiro è stanco. Lo senti? Forse non puoi andare avanti. E fai fatica a riconoscere le parole. Due. Immagini filtrate diventano parole. Parole che si disintegrano nel silenzio. La voce del silenzio, sempre più alta, diventa quasi rumore. Guardi il libro, la pagina, i segni. Guardi il libro, la pagina, i segni. Guardi il libro, la pagina, i segni. Ma sei altrove. Forse solo a qualche metro d'altezza. Forse in qualche galassia confinante. Forse sperduto e perduto in te stesso, irraggiungibile, oltre l'infinito. Tre. Lontano. Ritrovi il tuo passato. E i tuoi ricordi. I tuoi- veri- ricordi. Riappaiono dal nulla dove li avevi nascosti. Le tue vere gioie e i tuoi veri dolori. I tuoi veri sogni, i tuoi veri amori, il tuo vero odio. Puoi fermarti se vuoi. Altrimenti. Quattro. Era solo un istante. Ora sai che non sono importanti. Stupide reazioni chimiche nel cervello. Troppo poco per colpirti. E se ti colpiscono ti sposti. Ci vuole altro. E quindi dico. Cinque. Non c'è più nessuno. Nulla. Nè suoni, nè colori. Nè caldo, nè freddo. Nè ricordi, nè passioni. Non i tuoi occhi, non i tuoi sensi, non la tua mente. Ci sei solo tu. Solo tu. Sei solo tu. Sei. Hai varcato il confine. Non ha nome il posto dove sei. E' fatta. C'è qualcuno affianco a te. E' l'altra metà del cervello. Eccola lì. Che si allontana. E viceversa. Ci sono altri intorno a te. Bucce di cipolla di cui ti spogli per raggiungere l'hard core. Per raggiungerti. Trovarti. E disintegrarti ancora. Soltanto tu. Sette. C'è qualcuno che chiama, c'è qualcuno che dice di essere te. Ma non può essere te. Perché tu sei lì. Sospeso. E tutto intorno gira. E si muove. Ed anche tu. Che credi di stare immobile mentre sprofondi nell'abbisso. Giù. Sempre più giù. E ti senti immensamente bene. Otto. E' finita, sei fuggito. Ti sembrava impossibile ed invece sei qui. Non era difficile. E già non ricordi da dove sei venuto. E non ti interessa da dove sei venuto. Nove. Non ci pensare. Non pensare. Lasciati andare. Non hai bisogno di nulla. Resta fermo. E lasciati trasportare. Lascia che il tutto si muova intorno. Lascia che giri. E rigiri. Lascia che avvenga. E soprattutto lascia che dica...Dieci. Benvenuto. Sigarette? Nostalgia? Indietro non si torna. Non si può.


Continua...