Tre

Se vi dico una cosa non ci credete. Ve lo dico lo stesso, sto scrivendo al chiaro di Luna, c'è solo la Luna. Che se lo vedi nei film fai -Eh, figurati! Oltre i film. Ed ancora più su. Vi racconto qualcosa. Ma cosa? Potrei raccontarvi di quando durante un concerto di Vasco mi tolsi la soddisfazione di sputare in faccia a uno sbirro per poi essere trasportato nei bagni e picchiato dove già prima dell' inizio del concerto ero stato portato quando un poliziotto non d'accordo sul giudizio del collega (il cane- poliziotto) mi porta lì e dice di spogliarmi e di cacciare tutto e Io benchè non avevo nulla da nascondere riesco a scappare per poi finire a mangiare alla mensa dei tecnici e poi scavalcare per andare sull' erba essere riportato sugli spalti scavalcare ancora e così finchè mi cacciano proprio dallo stadio e fu a quel punto che impazzii e gridavo e quando si avvicinò un poliziotto per chiedermi cosa succedeva lo sputo in faccia vaffanculo non molto aristocratico bisogna dire come spesso sono le vere soddisfazioni della vita. Poi nei bagni mi salva l'arrivo di un superiore che dice no no questo lo mandiamo proprio dentro, faccio notare che sono minorenne e che mando Io loro dentro per percosse, le solite stronzate da entrambe le parti, riappare lo sbirro che mi aveva portato nei bagni all' inizio, spalanca gli occhi incredulo, mi tira un pugno, dice che nello scappare gli ho anche tirato un calcio nelle palle, la tensione riprende a salire, cosa avevi da nascondere? Io continuo a dire che non serbo loro rancore perché so che è un lavoro duro e snervante. Poi quando vedono che ormai non c'è più possibilità di menarmi ancora se ne vanno tutti, rimaniamo solo Io, il superiore e il ragazzo che avevo sputato in faccia che, come sempre succede, era forse l'unico bravo ragazzo del gruppo e continua a chiedersi e a chiedermi che c'entrava lui, perché l'avevo sputato in faccia, Io dico che voglio tornare dentro, al concerto, il superiore dice si, vai, Io dico che non mi fanno più entrare, stavo così fuori che non mi ero accorto che quando mi hanno preso, dopo un velleitario tentativo di fuga fra le macchine del parcheggio, mi avevano riportato dentro lo stadio, nei bagni appunto, il colonnello dice puoi andare, non c'è problema, finalmente capisco, esco, ritorno sugli spalti e Vasco cantava "Lunedì", ho scavalcato e sono tornato sull' erba. Ma queste sono storie da prima parte del libro, da prima parte di vita, ora qualcosa di completamente diverso, solo un attimo, nel frattempo un indovinello. Attenzione. Dovete indovinare il numero X: Dodici- 6, Dieci- 5, Otto- 4, Sei- 3, Quattro- X (?!) Qual è? Due? No, cioè si, anche, ma c'è un'altra soluzione, un altro numero che va bene lì. Dodici-6, Dieci- 5, Otto- 4, Sei- 3, Quattro- X. La risposta è sette, il perché fra qualche pagina, se mi ricordo. E se mi va. Sbalzi di umore, continui sbalzi di umore. Che durano qualche minuto. O qualche giorno. O qualche mese. Purtroppo è così e non c'è niente da fare. Bisogna ricaricare le pile. E raffreddare il motore se sei andato forte per troppo tempo. Dopo un trip. Quando devo tornare a Benevento alla fine di un viaggio. Quando mi sveglio. Quando fa freddo. Mettersi in posizione d'urto e limitare i danni. Almeno noi artisti li sfruttiamo quei momenti, sono gli unici momenti che portano un po' in profondità. Quando le cose vanno bene perché pensare? Così tutto diviene pesante. Non ti va più di giocare. Ti accorgi ancora una volta di essere completamente solo, sperduto fra infiniti universi, infinite forme di vita, odiato e quando e se c'è un contatto umano è solo perché cercano di sfruttarti. Fa freddo. Ci risentiamo quando finirà questo inverno di merda.

I batteri nella metropolitana di New York. La punta dell' iceberg. Il libro non verrà mai pubblicato o verrà pubblicato davvero. Morirò povero o diventerò ricco. La follia che avanza o sparisce. Cos'è meglio? Miliardi di persone soffrono la fame, le carestie, le epidemie, le guerre, il lavoro, vite in condizioni insostenibili mentre Io mangio, dormo e non faccio nulla. Devo essere contento o avvilirmi? La morte. L'inutilità. Diventare un' opera d'arte, fuggire alla morte dell' identità, perdere ogni funzionalità per essere finalmente solo se stesso. Ventidue anni [24] il tempo necessario per la creazione di quest' opera. Ed ora è quasi finita. Non rompetemi per i prossimi ventidue [24] anni. E mi appresto a donare agli italiani la più grande opera letteraria dai tempi della Divina Commedia. Come dare perle ai porci. Le porte della gloria. O quelle del carcere. O nulla, semplicemente nulla, non succederà nulla come sempre Nulla. Possono impossessarsi della mia immagine e farci ciò che vogliono. Possono già farlo. Manipolare. Prendermi e farmi fare un pompino a Giuliano Ferrara. Non sono un' immagine. Devo trovare qualcos'altro. Verso la fine del secondo millennio la prostituzione della propria immagine aveva raggiunto livelli vergognosi. Bisogna però tenere presente che data la cultura del tempo non era da considerarsi assolutamente una cosa immorale svendere la propria immagine, doveva anzi essere addirittura gratificante visto che non era certo solo per gli alti guadagni che milioni di persone facevano a gara per ottenere un tale lavoro. Anch' Io un tempo volevo diventare famoso. Ma era anni e anni fa, ero piccolo piccolo. Fra l'altro diventa famoso chi piace alla massa, e alla massa piace la merda. Se diventi famoso sei una merda. Non è un rischio che corro comunque. Poi è seguita la fase in cui facevo tutto per la mia futura biografia, ma in questo caso non credo era così banale come sembra. Dovevo pur rapportarmi a qualcosa, aggrapparmi, misurarmi, alienarmi. Perché ero un ateo puro, sono sempre stato ateo. La mia futura biografia era quindi un po' come l'eterno ritorno nietschiano, qualcosa di simile. Ora non ho più bisogno di questa trovata, che fra l'altro era insostenibile e oppressiva. Ed ho anche un gruppetto di Dei che mi sponsorizzano nel cielo. E mi aiutano. Fa niente che come Dei non sono niente d'eccezionale, anche un po' sfigati, vanno bene lo stesso, mi piacciono. E ci vogliamo bene. Fra l'altro l'ateismo è così noioso.
E sono Dei con un fortissimo senso morale, come me appunto, proprio qualche giorno fa un mio amico diceva che in fondo in fondo ho un forte senso morale. O forse parlava dei punk. O tutt' e due. Comunque sia è lo stesso, mi meravigliai per una tale ovvietà, la filosofia punk è uno degli ultimi baluardi morali, che non si svende, vende, conforma al dio- denaro, dio- immondizia, dio- cristiano e tutti gli altri dei di merda che sono al potere. Mi piace pensare a persone di moralità pura come il Marchese de Sade, Nietzsche, persone che hanno sacrificato la propria vita per portare un messaggio contro l'ipocrisia, la meschinità, un messaggio di verità donato agli uomini. Come dare perle ai porci. Se potessi anch' Io scrivere qualcosa che dura, che anticipa anni e secoli, che resta, pensavo a "La nuova Justine". O al Manifesto futurista, manifesto di un secolo, è riuscito ad anticipare tutti i movimenti del secolo, tutti, fino al cyberpunk compreso. Mentre il mio libro se pure viene pubblicato fra 5 anni è già vecchio. Ingrato. Eppure continuo a scrivere, tessere la mia opera, tessere intorno a me, sempre più vasta, ingombrante, avvolgente e mi avvolge e mi intrappolerà, intrappolerà e divorerà. Per poi sparire al primo soffio di vento. "Trasformazione, cambiamento inatteso e repentino; fine di una situazione familiare o amichevole che lascia una traccia indelebile nell'animo. Malattia, probabilmente anche morte." (Dal manualetto delle istruzioni dei tarocchi, la Morte naturalmente). Ma tu credi, tu credi che sono contento di parlare con te? I tarocchi sono esteriorizzazioni della nostra psiche inconscia, qualcosa di molto simile alla sincronicità di Jung. Provare per credere. E questo libro? Un gioco? Un sogno? O forse no. Sei dentro ormai. E non esci più. Tu, lettore, si. Con noi o contro di noi ormai sei arruolato. Ora capisci molte, molte cose. Non è stato così casuale come credi trovarti questo libro fra le mani. Capisci adesso? Ci arrivi? Sei dentro. E non puoi più uscire. Volevi solo leggere un libro. E ora fingi di non sentirci. Ma è tardi, non credi? Vedi. Stiamo parlando proprio a te. Se vedi bene le parole sulla pagina cielo vedi che dicono otto tutte verde altre cose. Rana. Jeans. Jazz. Strade. Cinquanta. Ancora. Tutte. Altre. Cose. Sono scritte. Ormai castello su castello sei in collegamento con bambole noi e ancora di tipo oro vera telepatico. Tele-pa-tico. Solo milioni di persone solo scintille telepatico. Puoi chiudere. Polvere, spazio, libro. Puoi anche chiudere e continuare biglietto da solo, o se non ce la fai ancora fingere di braccio leggere un libro. Proprio. Capito ora? Non era così difficile. Egitto. Blu. Ancora blu. Commissario. Benvenuto al fronte. Sigarette? Nostalgia? Epidemia. E cosa c'è di male? Un rene. E l'anno prossimo me ne vado al mare.

Luna piena faccia Gioconda sorniona sempre la stessa ironica me la ricordo un milione di anni fa uguale non è cambiata niente sempre la stessa incredibile un milione di anni niente sempre uguale la stessa faccia mentre qui va tutto a puttane e sempre più non lo vedi? Tutto a puttane. Ti ricordi quel videogame? Tanto tempo fa. Si poteva sparare da tutti e 4 i lati. Ci si infilava in cunicoli, labirinti, sempre diversi, com'è che finiva? E i cavernicoli? Si, i cavernicoli che dovevano arrivare su, al bar dove andavo dopo la scuola. E dove provai per la prima volta l'hot dog col ketchup. Fu una bomba. Ketchup piccante. Adesso ci siamo abituati. E anche i videogames è difficile che ci fanno battere il cuore come i primi tempi. Le sale giochi di Rimini. E' incredibile quanto tempo è passato. Altro che gallerie d'arte, ormai il sorpasso c'è stato. O quasi. E presto la fusione. E' avvilente che mi trovo a fare il pittore e lo scrittore. Due arti più morte che morte. Io considero addirittura il cinema un'arte morta. E invece eccomi qui, scrittore addirittura. Come minimo dovrei lavorare con le immagini. Le parole, roba vecchia. Vorrei tanto fare uno di quei videogame dove si spara da tutte le parti PUM PUM PIM fra schizzi di colori. O qualcosa del genere. Una mia personale città virtuale. Decaropoli [[-DE CARO siamo noi, tu sei soltanto Flint, non ti allargare-]]. Vabè. Flintopoli. Come siete permalosi. Anzi Flintolandia. E una scopata in virtual sex. Ma non ce la farò a tempo, morirò a ventiquattro anni, non so perché. Cioè a me piacciono anche ragazze e ragazzi ma la loro immagine "filtrata" attraverso foto, film. Dal vivo è diverso, c'è la pelle, è bruttissima la pelle e tutti i fluidi, la saliva, il sudore, che schifo. Per non parlare poi del fatto che le ragazze sanguinano, si, è così, fingete di ignorarlo ma è così, una volta al mese si mettono a sanguinare. Che schifo, che tristezza ed anche quelle coi capelli rossi, tutte. Basta. No, niente, niente. Pensare a un rapporto omosessuale poi è una cosa che mi disgusta così tanto che non perdo nemmeno tempo a parlarne. In Virtual sex invece è diverso e magari dall'altra parte non c'è nessuno, c'è il computer, è meglio no? O magari puoi mettere proprio la tua immagine e fare l'amore con te stesso. Cose così, insomma. Anche perché fare sesso con qualcuno è socialmente troppo complesso. O forse è esattamente il contrario. No, è il contrario, è non farlo che rende tutto complesso. Comunque, che posso farci. L' inevitabile astinenza sessuale di noi ipersensibili, almeno in questi anni di bombardamento a tappeto.
Ma poi c'è dell'altro e cioè questa stronzata anni '60 tipo figli dei fiori sull'amore libero e la promiscuità sessuale è una stronzata pazzesca, non si regge in piedi. Cioè quando fai sesso con un'altra persona ti mescoli con quella, ti mescoli letteralmente, sia fisicamente che psichicamente che simbolicamente. E che ne sai chi è quell'altra persona, come cavolo fai a sapere con chi ti stai mescolando? Andiamoci piano. Mescolarsi con qualcun altro, figuriamoci, che già faccio fatica a mantenere il controllo interno con tutti i Flintini che vogliono andarsene ognuno per conto proprio. Ed infatti c'era un film, un altro capolavoro, l'Armata delle tenebre che fa vedere proprio questo, c'è il protagonista che si guarda allo specchio, poi lo specchio si frantuma e da ogni pezzetto esce fuori un mini- protagonista che se ne va per conto proprio, ognuno da una parte, un casino pazzesco. Perfetto, proprio così.
Poi una volta accesi la TV e c'era Quark e faceva vedere cioè non riesco nemmeno a descrivere cosa ho visto quella volta, mi ha traumatizzato, è stato atroce. Altro che film di Cronenberg o cose del genere tu vedevi in questa puntata di Quark che praticamente nel nostro corpo ci sono milioni anzi miliardi di esseri viventi, ovunque, nei capelli, nei denti, sulla pelle, e diceva che nello stomaco ci sono come dei serpentoni lunghi più di venti metri e altre cose del genere e non ci sta niente da fare, ti puoi lavare, fare qualsiasi cosa, è inutile, ci saranno sempre. E Io ci pensavo e ci penso anche ora, cioè come si fa, cosa vogliono? Tutti addosso e dentro. Io li sento. Andate via vi prego. No, no, meglio smettere.

E comunque finisce la puntata, Io stavo come in trans, immobile davanti alla TV, e appare quel faccione di cazzo di Piero Angela che fa- bene, avete visto...e si mette a parlare, così, tranquillamente, come se avesse trasmesso la cosa più normale del mondo. Ma Io non lo capisco, Io certa gente davvero non la capisco.

Ancora a Rimini, ancora tanto tempo fa, avevo credo sedici anni, di notte sulla spiaggia con una puttana che mi fa un pompino, mi ricordo ci misi un sacco per farlo rizzare, poi appena finalmente era diventato duro quella stronza mi ha fatto venire subito, nemmeno il tempo, e Io glie l'ho detto, che cavolo e lei diceva era colpa mia. Poi i miei amici chiedevano com'è, com'è? Io dissi era come il Kamikaze, lo scivolo dell'acquafan, quello altissimo perpendicolare che però prima devi fare un sacco di fila, un sacco di tempo, poi finita la fila VUUM, un attimo, dura un attimo, ma quell'attimo è troppo è proprio troppo. Cazzo. Quasi meglio che andare in salagiochi. Non esageriamo. L'hai visto quel bel ragazzo che raccoglieva lattine nell' immondizia (qui a New York pagano 5ç per ogni vuoto di lattina). Sarebbe potuto essere un attore. Forse migliore di molti altri. Miliardario. Capisci? E tu? Da che parte sta la Fortuna? Di qui o di lì? Non siamo in pericolo? Davvero non siamo in pericolo? Affittasi satellite per le vacanze a solo quindici minuti luce dalla stella. Prezzi moderati. Ma non tanto. Perché, bè, le telefonate. Ma insomma ma quanto ci fanno pagare per parlare un po' con mia figlia che studia su un'altra galassia? E dico che cavolo! Porca puttana! (S'incazza). No, no, niente alieni qui, niente alieni. No, no, non li vogliamo. Siamo già troppi. E poi sporcano. Ba io essere alieno buono. Zitto. Schifosissimo alieno. Tornatevene sui vostri pianeti. Andate a mietere il grano. Ba non g'è grano sul nosdro bianeda, noi avere danda danda fame fratello. Fratello a me? A me? Alieno, ascolta, come dire, non c'è spazio, non c'è. E poi il vetro della mia navicella è pulitissimo quindi via via via via. Ha ragione (coro di voci) si, si è vero, non se ne può più. No, niente alieni qui. E' perché amo il mio pianeta. E poi violentano le nostre piante. Si, l'ho visto, l'ho visto, il mio povero ciliegio. Via, via. Ba io. Zitto. E poi se vuoi stare qui impara la nostra lingua e la nostra cultura, si dice, diglielo tu figliola come si dice. Si dice ma io, non ba io. (Applauso). Visto? E la mia figlioletta ha solo seicentoventi anni. Capisci adesso? Insomma noi non veniamo sul tuo pianeta. E gosa verresdi a fare, non g'è un gazzo. Oooooh! (Indignazione generale) No. E cosa verresti a fare, non c'è un, posso dirlo papà? Si, si. Un cazzo, non gazzo. (Applauso scrosciante, voci contrastanti). Ed ora via via, tornate a casa. Brutto alieno. Si, si, via, via. Niente alieni qui, non li vogliamo. No, no. Niente. Non li vogliamo. Il mio ciliegio. Niente, niente. Voi dire gosì solo berghè essere fosforescente. No bello non c'entra niente la luminosità delle tue squame, è semplicemente che siamo già troppi, capisci? Troppi. Solo berghè essere fosforescente. No, no, non c'entra, non c'entra proprio. Ba io lavorare sodo. Bosso lavorare millenni e millenni a brezzi bassissimi. Oddio, oddio, ok, smettila di piagnucolare, vedremo che si può fare, ok? Vedi che non siamo cattivi? Grazie badrone, sembre ai duoi ordini.
Insomma capisci è un immondezaio generale, un universo in decadenza, è vecchio. Stanco. Fuori moda. Questa è la verità è inutile che continuiamo a scervellarci per trovare angoli buoni. Non ce ne sono. Forza terrestre facciamoci coraggio e andiamocene via, saliamo su una cometa e scendiamo al primo buco nero, forza terrestre, fatti coraggio e partiamo assieme. Via. E poi qui siamo rimasti quasi al buio, ancora un po' e si spegne l'ultima stella, cosa ci facciamo qui, è un posto per vecchi. Ma c'è Pollo che mi scrive da lì e dice che c'è tanta tanta luce, in un ammasso orgasmatico di energia, prova a immaginare, è un universo orgia, dice Pollo non puoi immaginare che cos'è!
-E per mangiare?
-Si, si lavora un po' ma non molto, qualche millennio ogni tanto.
-No, sono stanco. Lavorare. E poi anch'Io ho fatto qualche saltino su altri universi e si, all' inizio ci si diverte, ma dopo un po' è lo stesso. E poi basta, non mi va di andare in questo casino di universo orgia, sono vecchio ormai, invece propongo proprio il contrario, ce ne andiamo, ma nel deserto. Un po' di solitudine come scelta volontaria. Così ci rendiamo conto. Che non abbiamo bisogno di voi. Un bluff. Siete solo un bluff.
-E le birre dove le compriamo?
-Ok, torniamo. Eppure ci deve essere una soluzione.


La gran parte delle serate della mia adolescenza le ho passate all' Upim, con due miei amici, a rubare. Esaurimento completo, il nulla, non mi stancherò mai di ripeterlo. Io sono uno dei pochi che non rimpiange per niente l'adolescenza, proprio per niente ci tornerei, svegliarmi ogni mattina per andare a scuola, il pomeriggio- sera all' Upim a prelevare le cose più inutili e stupide e infine al baretto, un bar di merda che non so quanti soldi c'ho buttato. E stavo lì, a un passo dall'alcolismo, fra discorsi allucinati e personaggi allucinanti, a farmi fare i cocktail tipo le prime cinque bottiglie da destra a sinistra o la "bomba", nel bicchierone grande, cioè i cinque superalcolici più famosi (whisky, vodka, rum, tequila, gin) e un po' di coca cola, e giù BUM! Periodi in cui non mi ubriacavo nemmeno se bevevo l' intero bar, periodi in cui mi ubriacavo dopo un solo bicchiere (un bel periodo) e così. Adesso non bevo più e fra un po' non mi farò nemmeno i trip, non ho bisogno più di niente. Ma allora c'era il bisogno di fare qualcosa, chi scopava, chi fumava, chi si picchiava, chi distruggeva e beveva, anni strani. Erano anni strani e sarei ipocrita a non ammettere che l'alcool mi ha dato moltissimo. Perché quando l'alcool entrava nel sangue ti accorgevi di non fare così schifo, stronzate a parte ti rendevi conto che comunque è una fortuna essere Flint. In questo bar di merda e non so quanti soldi c' ho buttato e sempre lì e sempre trattato una merda. Mi davano i bicchieri di carta al posto di quelli di vetro perché dicevano che sennò li tiravo contro le case di fronte. Che è capitata una volta che lanciai qualche bottiglia e successe un po' di casino perché chiamarono la pula e da allora tutto ciò che avviene nell'arco di un chilometro è colpa mia. Quel bar è un Buco nero, ora lo so, posso girare il mondo, andare ovunque, ma alla lunga non posso sfuggire alla sua forza gravitazionale, gira e rigira mi ritrovo sempre lì. Non c'è altra spiegazione, anche a Benevento ci sono posti mille volte migliori, perché vado lì? perché? E poi, questo è un episodio recentissimo, giusto qualche giorno fa, lo metto perché il mio amico è rimasto traumatizzato, davvero, è sotto shock, non parla d'altro, insomma uno fra quelli che come me va a buttare soldi lì dentro da una vita, ha solo 900 lire e chiede se possono dargli due cinquecento per i videogiochi, poi l'altra cento lire la prossima volta e loro no, no, queste cose proprio non possiamo farle. Capito? 100 lire. Stanno tirando su i miliardi, non esagero. E ora il mio amico è sotto shock. Poi ogni tanto qualcuno si picchia, via, mazzate, alè. Un luogo raffinato, vabè che anch' Io mi sono picchiato qualche volta, ma giusto nei giorni immediatamente successivi all'aver visto "Barfly", mi sono subito reso conto che è volgare, picchiarsi uno contro uno è plebeo, nel senso peggiore, non come ad esempio gli scontri allo stadio, plebei si, ma nel senso di festa popolare. A me piacciono, sia farli che vederli, le cariche della pula, i lacrimogeni, le sassaiole, li adoro. E poi non mi rompete, avete fatto un programma occulto per far spostare la violenza giovanile dalla politica allo sport, e ora non ci rompete le palle, e quante ne volete.
Adesso invece sono vecchio e stanco, e la violenza non mi esalta più di tanto. Quando assistete a immagini di scontri con la pula o anche li vedete in TV e il cuore non fa BUM BUM, significa che siete invecchiati. Come me. E chi l'avrebbe detto? Distruggete finchè siete in tempo, per creare avete una vita intera, Io infatti non ho molti rimpianti, non credo nei rimpianti, ma avrei voluto giocare ad "Elite" almeno una volta, almeno vederlo. E avrei tanto voluto fare "scontri" di stampo politico, che si lo so quelli allo stadio sono più belli proprio perché fini a se stessi, ma a volte c'è bisogno di aggrapparsi a qualcosa, un motivo. E invece niente, c'è come una maledizione: quando ci sono Io tutto è pacifico, se non ci sono è guerra. Una maledizione. Qualche mese fa me ne andai da Parigi giusto un paio di giorni prima della manifestazione degli studenti, che hanno semplicemente distrutto e saccheggiato la città e forse se c'ero mi facevo pure una videocamera che è una vita che devo farmi una videocamera e invece niente, me ne torno, vabè che avevo finito i soldi, ma non è un problema, me ne rendo sempre più conto, il problema è che sono un coglione, non mi informo di niente e tornai in Italia per un motivo che mi vergogno di riportare. Lessi un articolo sul Manifesto che commentava gli scontri di Parigi e dimostrava che le vetrine sono fatte per essere distrutte. Cioè cos'altro ci stanno a fare? Per farci sentire di fottere? Se (continuo Io) metto un osso davanti al naso di un cane e poi non glie lo dò di chi è la colpa se si avventa e l'afferra? E se nell'avventarsi si porta via anche la mano, di chi è la colpa? Due anni a Bologna e mai scontri "politici", ma non fu colpa mia, è Bologna che ormai dorme sugli allori. L'ultima volta, quando Qui Quo Qua avevano svenduto con una firma mezzo secolo di lotta sindacale a noi ci toccò Trentin, a Bologna, una delle tappe finali del "bulloni tour", l'avevano bullonato ovunque, scontri in tutte le città, vedevi in TV i celerini che manganellavano i vecchietti che non ce la facevano a scappare. Che schifo. Era un periodo abbastanza avvilente per la classe lavoratrice, davvero andava tutto a puttane, un brusco risveglio da un lungo e bel sogno, all' improvviso si sono accorti di essere soli e indifesi, c'era una vignetta sul "Resto del Carlone", un giornale satirico di Bologna dove c'era Agnelli col pugno chiuso che dice "Lo Stato borghese si abbatte, non si cambia", era davvero così la situazione, e in piazza Maggiore assistemmo anche alla novità della polizia privata dei sindacalisti, come erano lontani i tempi in cui i sindacati dovevano difendersi dalla pula, ora oltre a quella regolare avevano anche un reparto speciale a proteggerli. E chissa perché? E piazza Maggiore era stracolma, iniziai un lancio di monete verso la pula e il palco ma stavo troppo lontano e colpivo quelli della CGIL davanti, e insomma indovinate chi vengono a fermarmi, a dire di calmarmi? Gli autonomi! Si, vi giuro, i "terribili" autonomi di Bologna mi dissero di aspettare, che dopo invece...si vaffanculo, anche loro impregnati di questa cultura del pacifismo spiccio. Una psicosi collettiva. Ma adesso spiegatemi che cazzo significa andare a una manifestazione, sfilare e tornare a casa. E' mai servito a qualcosa? La storia ci insegna che tutte le conquiste sono avvenute con la violenza o una sincera minaccia di violenza (e non mi venite a fare il solito esempio di Ghandi che c'ha fatto la palla, l'eccezione che conferma la regola appunto, eccezione anche per il contesto culturale e politico). Invece noi andiamo alle manifestazioni già decisi a non fare violenza. Non ha senso. Sfilare come tante pecore con un bel po' di cani da guardia intorno, per poi tornare a casa contenti per l'alto numero di partecipanti e per i complimenti che ci fanno quelle facce di cazzo in TV, ottimo esempio di civiltà e cazzate simili. E siamo contenti così. Bravi, bravi. Beeeeella sfilata. Bò. E' vero che ho fatto delle sfilate a Bologna dove c'era la media di un cellulare ogni due persone, assurdo, sembravano cortei della polizia, solo un osservatore attento notava un gruppetto al centro che si agitava. Però quando si è in quasi centomila in una piazza, cioè allora è il momento di distruggere tutto.
E invece niente, le solite cazzate, i soliti slogan e loro ce lo mettono in culo e non è una metafora e mi viene in mente ancora una volta "Il buono, il brutto e il cattivo" che così va a quota due in citazioni, quando il brutto si sta facendo il bagno in una vasca e gli appare davanti uno che vuole ucciderlo che gli punta la pistola e inizia a dire quanto ho aspettato questo momento, come sono felice, che bello vederti nella vasca e parla e parla e BANG, il brutto aveva la pistola con sè nella vasca e l'ammazza. E dice: "Quando si spara si spara non si parla". Ecco. Quando si spara si spara non si parla.
E cosa successe quella volta in Francia? Il governo fa il decreto mi sembra qualcosa riguardo la privatizzazione delle scuole, gli studenti scendono nelle strade e distruggono tutto, il governo ci sta per ripensare ma nemmeno il tempo e una settimana dopo gli studenti sono di nuovo nelle strade a ridistruggere tutto e il governo fa- Ok, nessun problema, togliamo il decreto, non c'è problema. Ecco fatto. E cosa sarebbe successo in Italia ad esempio per lo stesso problema (che fra l'altro anche noi abbiamo)? Gli studenti fanno la sfilata come tanti pecoroni, tornano a casa, i TG elogiano la loro correttezza, il loro impegno politico, li intervistano (i più imbecilli naturalmente), dicono che è un problema da affrontare, da discutere e tutto finisce lì, tutto come prima e pietra sopra. Però hanno dimostrato grande maturità e civiltà, bravi. Ma non ho più pietà Io per voi, cavoli vostri.
E allora?
Cosa?
Perché tornasti da Parigi?
Ah. Bè, fatevi forza per ciò che sto per dire, tornai perché volevo andare a votare. (Oooooh!) Si, l'ho fatto. Le elezioni del marzo '94. Ma non era solo per votare, volevo anche vedere Blob, e l'ho visto, e anche registrato, il riassunto di due mesi perversi. Idioti, servi, burattini, cani ammaestrati, animali pronti a perdere ogni briciola di dignità, Vianello, quanto ti hanno dato, bastardo? E la realtà che come sempre supera la fantasia con Berlusconi che finite le elezioni si lamentava perché non gli avevano dato abbastanza spazio in TV. Oddio noooo! Che è successo?! Si è infilato, il biscione si è infilato nel tuo libro. Mai. Come "mai", è appena entrato, è dentro, dentro, nel bene o nel male si infila ovunque. E ora? E ora c'è un biscione nel tuo libro. Il mio libro. Una vita per farlo e lui si infila come se niente fosse. lui è l'anti- Flint. L'opposto. lui si sveglia alle 6 e Io a quell' ora mi addormento, lui adora il lavoro e Io lo odio, lui vorrebbe tutti la pensassero come lui e Io vorrei che nessuno pensasse come me, a lui piace vincere e a me piace perdere, lui è ricco e Io sono povero. E poi, diciamoci la verità, lui è brutto, perché il Berlusca luci o lampade è proprio bruttino, mentre Io sono bello. E quindi. L'opposto. Ma a questo punto, a grande richiesta, il suo inno. Per i posteri. "E forza Italia, è tempo di credere, dai forza Italia che siamo tantissimi e abbiamo tutti un fuoco dentro il cuore, un cuore grande che batte forte per te, forza Italia è con noi". Che profondità, che intensità, che mazzata che prendemmo, si cambia, si cambia e ci trovammo a rimpiangere il clan d'Andreotti. Perché si, almeno bene o male la tiravano avanti la baracca e poi avevano il senso dell' umorismo tipo mettevano Gava ministro degli Interni e ridevamo e ci si divertiva tutti assieme, era così insomma. Dopo, Giuliano Ferrara ministro è un tipo di comicità che a me, personalmente, non fa proprio ridere.
Insomma era meglio restare a Parigi o comunque fuori dall' Italia, via, me ne stavo lì, bellissime giornate di inizio primavera, c'ero già stato, ma quella volta non so perché mi piaceva tantissimo, stupenda, gironzolare col ragazzo americano, ogni giorno a cercare il metodo per mangiare al minor prezzo possibile, e alla fine, gli ultimi giorni spendevamo 3500- 4000 lire al giorno, non di più. Anche se poi solita assurdità ce ne andavamo a prendere il caffè sui campi elisei o su Rue S.Germain e spendevamo più o meno la stessa cifra solo per il caffè. Si, è un classico. Ed anche prima di Parigi, a Rotterdam, stavo con un amico americano, ancora più americano però, cominciò subito a sparare americanate, su come sapeva tutto dell' Europa, come si sentiva europeo e le solite banalità, evidentemente il trip non aveva ancora fatto effetto, così dissi aspetta, ora conterò fino a dieci e al conto di dieci tu sarai in Europa.


Continua...

Ritorno a casa